Lettera aperta USB LAVORO PRIVATO VENETO

Venezia -

USB LAVORO PRIVATO VENETO
                 Alla Cortese attenzione
                 Del Sindaco di Venezia , Presidente della Fondazione Teatro La Fenice Luigi Brugnaro
                 Del Consiglio di indirizzo della Fondazione  Teatro La Fenice
                 Della Direzione della Fondazione Teatro La Fenice
                 Del  Presidente della Regione Veneto Luca Zaia
                 Del  Ministro del MIBACT  Dario Franceschini
                 Del Ministro dell'Economia e delle Finanze  Roberto Gualtieri
                 
                                                
Questa lettera è rivolta a tutte le istituzioni , a tutta la cittadinanza e a tutte le persone sensibili e più fortunate di altre.
E' di dominio pubblico che  la situazione provocata dal COVID19, abbia danneggiato le parti più deboli e stia colpendo migliaia di lavoratori dello spettacolo e del turismo, in particolar modo gli  intermittenti che in Veneto sono circa 70.000.  Per questo motivo molte  famiglie si ritrovano a vivere una  profonda crisi economica con la prospettiva di uno sconvolgimento sociale senza precedenti.
Sappiamo benissimo quanto questi settori saranno  gli ultimi a riprendere il lavoro così come  sono stati i primi a dover bloccare improvvisamente tutte  le attività.
La politica nazionale, tramite i vari governi  succedutisi dal 1996 ad oggi , ha messo in atto un processo di progressiva privatizzazione di ampi settori ed istituzioni nell'ambito della Cultura come della Sanità o della Scuola con riforme discutibili, ed in certi casi “incompiute”, che hanno provocato una progressiva riduzione delle risorse disponibili per questi settori così importanti per lo sviluppo ed il prestigio del Paese. 
Le Fondazioni Lirico Sinfoniche rappresentano un esempio emblematico di questo processo e vivono da anni una condizione di precarietà e di incertezza persino sulla propria natura giuridica, formalmente privata ma nei fatti pubblica, soprattutto riguardo al loro sostentamento economico. Il sistema di assegnazione dei fondi (pubblici), basato su un meccanismo di valutazione quasi esclusivamente aritmetico-quantitativo si è rivelato deleterio.
 La gestione oculata dei pochi fondi disponibili è orientata alla produttività esasperata (spesso a danno della qualità del prodotto) il cui costo viene scaricato sempre più sulle spalle dei  lavoratori, dipendenti e, soprattutto, precari. 
A nostro avviso, il pareggio di bilancio non può, né deve essere prioritario in una fase cosi delicata e drammatica come quella che sta vivendo il nostro Paese. Le priorità devono essere la sicurezza e  la salute nei luoghi di lavoro  e la salvaguardia dello stipendio delle lavoratrici e dei lavoratori e, di conseguenza, delle loro famiglie. Dall'inizio dell'emergenza, il teatro La Fenice è stato l'apripista in Italia dell'attuazione del Fondo Integrativo di Solidarietà  (ammortizzatore sociale) ma, alla richiesta di farsi carico di una integrazione della busta paga dei lavoratori, per quanto possibile, la Direzione al di là di ogni parola, ha deciso di non dare ai dipendenti alcuna certezza.
La stessa Direzione, però, non ha atteso quando si è  trattato di colpire i propri dipendenti licenziandoli, senza farsi alcuno scrupolo sul possibile sperpero di denaro pubblico che avrebbe luogo in conseguenza delle relative decisioni giudiziarie. Infatti, alcuni recenti procedimenti sono andati contro i propositi della Direzione. L'ultimo e, apparentemente dispendioso caso, si è concluso pochi giorni fa con un accordo successivo alla decisione del Tribunale di Venezia che accertava l'illiceità di un licenziamento condannando la Fenice alla reintegrazione  di un lavoratore con il ruolo di capomacchinista del nostro teatro. Licenziato nel mese di aprile 2019, ha deciso di fare ricorso contro il procedimento a suo carico, costringendo la Direzione al pagamento di di una somma pari a  36 mensilità e delle spese legali, con un conseguente esborso che potrà pesare come un macigno sulle future decisioni economiche della Fondazione, molto probabilmente a danno delle lavoratrici e dei lavoratori.
Da tenere in considerazione che ci sono in atto altre due cause di licenziamento a carico di due lavoratori  notificate nell'agosto 2019. Anche in questi due casi il Tribunale, al termine del primo dibattimento, si è pronunciato contro la Fondazione con una sentenza che intima il reintegro dei lavoratori in questione e il pagamento delle spese processuali.
L'emergenza sanitaria in corso, rischia di essere un colpo mortale che può  far cadere i lavoratori in un baratro e, se lo Stato non troverà soluzioni,  auspichiamo che le istituzioni e la cittadinanza, vista l'importanza sociale e culturale che il  Teatro La Fenice, così come altre simili realtà, ha per la città di Venezia, si facciano carico delle problematiche di chi ha contribuito a dare lustro, negli anni, a queste Istituzioni culturali.
Per queste ragioni,  la USB Lavoro privato Veneto e il Comitato degli iscritti USB del Gran Teatro La Fenice hanno deciso di istituire un fondo di solidarietà per tutti i colleghi del Teatro, in particolar modo per i novanta lavoratori con contratto a intermittenza, (tra i quali personale di sala, attrezzeria, sartoria, calzoleria) indispensabili ma invisibili. Molti di loro, infatti,  prestano servizio da anni presso la Fondazione in maniera costante e non una tantum e, ad oggi,  non fruiscono di alcuna tutela sotto forma di ammortizzatore sociale ( per la maggior parte di essi il mese di marzo e aprile ha visto una busta paga pari a circa 70€ lordi). Un Fondo di Solidarietà anche per i colleghi precari, nei vari settori, ai quali scadrà il contratto nelle prossime settimane senza avere alcuna rassicurazione per il futuro. 
Invitiamo, quindi,  Il SINDACO Luigi Brugnaro in qualità di Presidente della Fondazione Gran Teatro la Fenice , il PRESIDENTE DELLA REGIONE Luca Zaia , le ISTITUZIONI GOVERNATIVE, e tutta la società civile a sostenere la suddetta causa.  
L'Organizzazione sindacale USB promuove questa forma di solidarietà che permetterà ai colleghi dimenticati e meno fortunati di mantenere  con dignità le loro famiglie.
Questo vuole essere un esempio di solidarietà dovuta e di salvataggio momentaneo, ma non vuole essere  un  salvataggio sostitutivo ad una  politica nazionale ormai miope verso i beni primari delle comunità di questo Paese.
                                               

 USB Lavoro Privato Veneto
Il Comitato degli Iscritti Fenice