«Vogliamo un piano triennale di assunzioni»

 

5 aprile 2008 - La Nuova Venezia

 

Ieri lo sciopero dei mille lavoratori precari di Comune e Regione

 

Venezia -

 

 

 

Venezia - Anche il coordinamento dei precari del Comune di Venezia ha partecipato ieri allo sciopero nazionale, organizzato da Rdb Cub. Decine di giovani che lavorano a Ca’ Farsetti e in Regione Veneto, con contratti a termine o di collaborazione (i famosi Co.co.co) si sono dati appuntamento al centro civico del parco Albanese a Bissuola per protestare contro le amministrazioni pubbliche non stabilizzano i loro rapporti di lavoro.

Ragazzi e ragazze senza una certezza occupazionale ma che lavorano negli assessorati e nelle Municipalità del Comune di Venezia, negli uffici del Bosco di Mestre e del Centro Maree. Folta è la pattuglia dei precari impiegati nelle Politiche Sociali o nel settore Ambiente. Lavorare da precari anche nel pubblico significa non godere di buoni pasto, ferie e malattie pagati. «Sono circa 500 i precari che lavorano per il Comune di Venezia e altrettanti quelli che lavorano in Regione. Sono giovani con una età media tra i 30 e i 40 anni. Alcuni di loro sono alle dipendenze degli enti locali da precari da 10 anni», denuncia Stefano Pieretti, coordinatore regionale Enti locali di Rdb che ha incontrato la stampa durante l’assemblea-sciopero a Mestre. «Chiediamo al Comune di Venezia ed alla Regione di preparare entro il 30 aprile, come prevede la Finanziaria, il piano triennali di assunzioni per stabilizzare il personale precario», spiegano i lavoratori precari del Comune che hanno inviato una lettera alle amministrazioni chiedendo un tavolo di confronto immediato per il piano di assunzioni triennali del personale. A rientrare in questa opportunità, spiega la legge Finanziaria, sono i lavoratori precari o con contratto a termine in servizio alla data del 1º gennaio 2008 e con tre anni di attività. Rdb e il coordinamento chiedono una trattativa entro il 15 aprile, subito dopo il voto elettorale. In caso contrario, minacciano nuove proteste. (m.ch.)