S. TECLA: LA LOTTA NON SI ARRESTA!
La Fondazione Santa Tecla di Este, un Ente controllato dalla Curia di Padova con il suo presidente don Cagol ed ironicamente delegato vescovile alla Pastorale per il Lavoro, lo scorso 23 dicembre ha licenziato più di 50 lavoratrici (Operatrici Socio Sanitarie).
La maggior parte, di queste lavoratrici, era quella con più esperienza, entrate in servizio nella casa di Cura per Anziani con un concorso pubblico, quando questa era ancora un IPAB.
Parliamo di lavoratrici con professionalità che svolgono la loro prestazione a favore degli anziani , che invece di essere valorizzate sono state ricattate e per mantenere il posto di lavoro avrebbero dovuto passare una selezione per essere assunte da una cooperativa, con salario dimezzato e contratto precario.
Tutto questo perché la Fondazione ha accumulato debiti in questi anni e nel tentativo di appianarli ha trovato la soluzione dei licenziamenti e l’affidamento a minor costo dei servizi alla cooperativa.
I debiti contratti sono derivanti dalle spese sostenute per opere del tutto inutili e mai entrate in funzione; tra l’altro la Regione Veneto sostiene le attività della Fondazione con un contributo pari a 360 mila euro al mese.
Le lavoratrici licenziate sono da 83 giorni in presidio permanente; una lotta per il posto di lavoro, per garantire la qualità dei servizi e per rivendicare che la Casa di Cura per Anziani torni ad essere un Ente a gestione pubblica.
U.S.B. chiede che la Regione faccia luce sui bilanci della Fondazione, sull’utilizzo di denaro pubblico e revochi i provvedimenti che hanno trasformato l’IPAB in Fondazione.
Oggi le lavoratrici del S. Tecla hanno manifestato a Padova davanti alla Mensa Pio X, una struttura simbolo della Curia, presentando le loro ragioni e i lori diritti agli studenti.
LA LOTTA NON SI ARRESTA
MARTEDI’ 13 MAGGIO DALLE ORE 10,00 PRESIDIO A VENEZIA DAVANTI ALLA SEDE REGIONALE DEI SERVIZI SOCIALI.