Report da Gaza: Ancora l'informazione ignora l'impatto complessivo delle azioni militari sui civili.
"I bombardamenti israeliani su Gaza, iniziati l’8 luglio, al quale Europa e USA, stanno dando il loro sostegno, si basano sul presupposto che sia ragionevole e legittimo attaccare Hamas, quale reazione al lancio di razzi nel territorio israeliano. Hamas viene considerate il responsabile delle morti dall'una e dall'altra parte;,
Ban Ki-moon, sollecita Israele a fare quanto possibile per fermare le morti dei civili e John Kerry chiede agli israeliani di essere "precisi" negli attacchi militari.
L'informazione menziona I morti, le dichiarazioni di politici, ma ignora le ragioni per le quali da 60 anni I palestinesi resistono, con ogni mezzo all’occupazione, agli insediamenti, all'assedio che attanaglia la popolazione civile di Gaza dal 2007. Una punizione collettiva per aver votato democraticamente e scelto Hamas per governare.
La comunita' internazionale oltre ad ignorare la condizione in cui versa la popolazione civile palestinese vorrebbe anche che subisse in silenzio. E da qui la condanna per il lancio di razzi verso israele, razzi che non hanno un obiettivo mirato, e' sufficiente che arrivino in territorio israeliano.L'esercito di israele al contrario puo' contare su un efficiente armamento e sofisticati sistemi computerizzati che possono colpire l'obiettivo senza fatica e con estrema precisione.
L'operazione israeliana " margine di protezione" trova giustificazione nella volonta' di porre fine alla capacità militare di Hamas di lanciare razzi; un'operazione criminale che ha gia' causato la morte di 2.050 civili, di cui 552 bambini e piu' di 10.100 feriti di cui 3.082 bambini, distrutto piu' di 10.000 abitazioni oltre ad insfrastutture, scuole, ospedali, attivita' commerciali. Azioni criminali che meritano di essere portate davanti alla Corte Internazionale anche in ragione del diritto a resistere all' occupazione.
Una Commissione d’inchiesta incaricata dalle Nazioni Unite di indagare sui crimini israeliani compiuti a Gaza nel corso dell'operazione " margine di protezione" e' stata individuata; tuttavia vale la pena ricordare come ha lavorato in passato la "commissione d'inchiesta Goldstone" nominata per indagare sui crimini commessi durante l'operazione "piombo fuso". Una commissione che ando' oltre il mandato ricevuto. In quella occasione l’ impostazione dei lavori della commissione, si e' sviluppata nel far credere nell’esistenza di una guerra in atto.
E' necessario fin da subito vigilare affiche' non si riproponga la lettura degli eventi all’interno di un “ conflitto israelo-palestinese “ dove lo stesso termine “conflitto” allude ad uno scontro militare fra forze egualmente organizzate che si contendono la vittoria sul piano bellico e dove le violazioni delle norme internazionali di tutela delle popolazioni civili vanno valutate, pesate e condannate con i medesimi criteri. Questo occulterebbe ancora una volta il dato fondamentale della vicenda, l’aggressione alla popolazione civile palestinese, la negazione del diritto alla sua autodeterminazione, per rappresentare semplicemente una fase dell’aggressione di Israele contro il popolo palestinese, omettendo di riconoscere che anche l’operazione “ margine di protezione" è una tappa della più lunga e violenta vicenda coloniale dell’epoca moderna.
Da martedi' scorso, prima ancora che scadesse la tregua, ad oggi I martiri degli attacchi israliani sono piu' di 30 e oltre 130 I feriti. Ieri allo Shifa hospital e' arrivato il corpicino di Sarah 3 anni e mezzo ritrovata sotto le macerie del bombardamento di 2 giorni fa a Gaza City quartiere di Sheikh Radwan dove persero la vita 3 persone. Issam di 26 anni e Mohammad di 43 hanno trovato la morte mentre erano in macchina nelle vie di Gaza City e altri 4 martiri al cimitero di Sheikh Radwan mentre seppelliva altri martiri; tutti assassinate nel corso di raid aerei. A Rafah, hanno ucciso membri delle Brigate Al Qassan e con loro altri 3 civili e numerosi I feriti.
La tensione su tutta la scriscia di Gaza e' alta: le strade sono vuote e pochissimi i negozi aperti. I timori di restare vittime dei raid aerei contro abitazioni, uffici del governo locale, moschee, scuole, ospedali o macchine in movimento e' concreto.
Al "bollettino" giornaliero dei morti e feriti,andrebbero menzionate le condizioni psicologiche di bambini, donne e uomini; monitorate le reazioni, le aggressivita' che condizioni di trauma e stress continuo, determinano. Gia' da queste valutazioni comprenderemmo come I civili di Gaza faranno fatica a risollevarsi, a riprendersi la fiducia e la speranza.
Lo stato di salute mentale degli abitanti della striscia di Gaza e' fatto della paura di trovare la morte nel sonno, per strada. Uno stato ansia perenne per 1 milione e 800 mila palestinesi assediati in una striscia di terra di circa 380 kmq sulla quale non vi e' alcun rifugio sicuro dagli attacchi aerei, dai droni e dai bombardamenti via mare.
Cammini per strada, dormi nel tuo letto, sei seduto nella tua casa con la morte a fianco! Questa condizione ti rende più fragile e meno fiducioso.
Aggressioni psicologiche, attacchi armati anche con armi non convenzionali, situazioni che devono essere denunciate e condannate.
Ancora l'informazione ignora l’impatto complessivo delle azioni militari sui civili.
Da gaza g.b. per Gazzella Onlus
22.8.2014"