Reagire alla mobilità forzata!
Provvedimenti che chiudono i team delocalizzati e interi uffici senza rispetto per i lavoratori che vengono deportati senza poter formulare soluzioni alternative perché l’arrogante amministrazione pensa di possedere la verità in tasca.
La realtà è che l’amministrazione teme il confronto perché le sue argomentazioni sono una foglia di fico che nasconde a malapena le proprie vergogne. I lavoratori devono strappare quella foglia di fico e ridicolizzare l’Agenzia di fronte all’opinione pubblica.
Allora si vedrà con chiarezza che i soldi ottenuti chiudendo 5 uffici del Veneto saranno usati per obbligare altri lavoratori, nelle città metropolitane, a fare turnazioni forzate. Se si vuole un risparmio effettivo ed immediato lo si potrebbe trovare nel ridimensionamento dei 44 direttori dichiarati in esubero dalla stessa Agenzia e che premono sulle tasche della collettività per circa 4 milioni di euro all’anno.
Nel caso dell’ultimo atto di mobilità forzata nel Veneto, avvenuto il 17 gennaio con la chiusura del Team di Venezia 1, come USB, continuiamo la battaglia con la Prefettura proponendo soluzioni che non solo evitino la mobilità ma che possano incrementare il personale nel Front Office di Venezia 2 accontentando la mobilità volontaria di lavoratori dell’ex Agenzia del Territorio ed ora in organico all’Agenzia delle Entrate. Ma su queste proposte concrete, l’Agenzia sfugge il confronto, perché non sa come e cosa controbattere (vedi allegata documentazione a proposito).
Se allora è possibile trovare risparmi altrove, se è possibile evitare la mobilità forzata, se è possibile lasciare aperte sedi con la collaborazione degli enti locali … perché accanirsi contro i lavoratori? Per dimostrare la propria forza o per nascondere la propria incapacità a governare l’Agenzia?
Il 5 febbraio, giornata di mobilitazione nazionale contro gli atteggiamenti arroganti dell’Agenzia delle Entrate e in vista dell’incontro del 7 febbraio presso la Direzione Regionale del Veneto per discutere della chiusura degli uffici, i lavoratori dovranno manifestare palesemente tutto il loro dissenso mettendo a nudo l’amministrazione di fronte l’opinione pubblica.