QUALE 2013 NELLA SANITA' E SOCIALE IN VENETO

Vicenza -

Nuove nomine dei Direttori Generali

Nel mese di dicembre 2012 il Governatore Zaia ha annunciato i nuovi D.G: del Veneto: 10 di nuove nomina e 11 riconfermati (di quest’ultimi 4 riconfermati nella stessa Ulss/Azienda Ospedaliera). Ecco i nomi:Ulss 1 Belluno-Pietro Faronato (nuova nomina); Ulss 2 Feltre-Adriano Rasi (nuova nomina); Ulss 3 Bassano del Grappa-Antonio Compostela (confermato, ex dg Ulss 1 Belluno); Ulss 4 Alto Vicentino-Daniela Carraro (confermata, ex dg Ulss 21 Legnago); Ulss 5 Ovest Vicentino- Giuseppe Cenci (nuova nomina); Ulss 6 Vicenza-Ermanno Angonese (confermato, ex dg Ulss 4 Santorso); Ulss 7 Pieve di Soligo- Gian Antonio Del Tos (nuova nomina); Ulss 8 Asolo-Bortolo Simoni (confermato, ex dg Ulss 2 Feltre); Ulss 9 Treviso-Giorgio Roberti (nuova nomina); Ulss 10 Veneto Orientale-Carlo Bramezza (nuova nomina); Ulss 12 Veneziana-Giuseppe Dal Ben (confermato, ex dg Ulss 19 Adria); Ulss 13 Mirano-Gino Gumirato (nuova nomina); Ulss 14 Chioggia- Giuseppe Dal Ben (confermato nella veste di Commissario);Ulss 15 Alta Padovana-Francesco Benazzi (confermato nel precedente incarico); Ulss 16 di Padova-Urbano Brazzale (nuova nomina); Ulss 17 Este-Giovanni Pavesi (confermato nel precedente incarico); Ulss 18 Rovigo- Arturo Orsini (confermato, ex dg Ulss 13 Mirano); Ulss 19 Adria-Pietro Girardi (nuova nomina); Ulss 20 Verona-Maria Bonavina (confermata nel precedente incarico); Ulss 21 Legnago-Massimo Piccoli (nuova nomina); Ulss 22 Bussolengo-Alessandro Dall’Ora (confermato nel precedente incarico); Azienda Ospedaliera di Padova-Claudio Dario (confermato, ex dg ulss 9 Treviso); Azienda Ospedaliera di Verona-Sandro Caffi (confermato nel precedente incarico).

Non sono stati riconfermati i D.G. particolarmente vicini all’ex governatore Galan, alcuni per raggiunti limiti di età o perché in forte contrapposizione con il clan leghista regionale (come il D.G. della Ulss di Mestre, la famosa Ulss dove il nuovo ospedale costruito con il tanto discusso “Progetto di Finanza”, stava determinano il fallimento economico. I più stretti collaboratori del clan leghista regionale, hanno addirittura fatto carriera (vedi Dario dalla Ulss 9 di Treviso, alla più prestigiosa Azienda ospedaliera di Padova).

Quindi un rinnovamento notevole, ma non certo quel rinnovamento vero che nel passato Zaia aveva annunciato, e non ha mai praticato: consisteva nell’accorpamento di diverse Ulss regionali, che avrebbe determinato un segnale importante sulla voce risparmio delle cariche dirigenziali che sappiamo particolarmente onerose. Ecco allora che gli interessi della politica regionale leghista inerenti la spartizione delle “poltrone”, hanno prevalso sul buon senso.

Il governo politico della sanità regionale è comunque saldamente in mano al Sindaco Tosi di Verona, il referente nel Veneto del segretario della Lega Maroni. L’assessore alla Sanità Luca Coletto…da voci di corridoio..non muove un dito, senza essersi consultato con Tosi. Mentre il segretario regionale della Sanità rimane Domenico Mantoan, il vero braccio operativo.

 

Tagli previsti nella Sanità

Usb sanità ha già inviato in questi giorni, a tutti nuovi D.G. dove è presente, richiesta di incontro per conoscere le nuove linee di indirizzo aziendali; un primo incontro è già avvenuto con il nuovo D.G. Angonese della Ulss 6 di Vicenza; e le notizie non sono certo state esaltanti..anzi direi molto preoccupanti: la Ulss 6, con un deficit attuale di 15 milioni di euro e preventivato alla fine del 2013 di 35 milioni di euro dovrà attivare un piano di rientro parziale di 20 milioni di euro in quanto non avrà nel contempo alcun aumento delle risorse regionali come avveniva negli anni precedenti. In sostanza vi sarà per il 2013 una riduzione di 51 euro per ogni cittadino assisto dalla Ulss di Vicenza.

Nelle altre Ulss del vicentino invece sappiamo già, che la Regione chiede di arrivare alla fine del corrente anno ad un pareggio di bilancio.

E’ previsto complessivamente, per capirci, un taglio delle risorse nazionali da destinare al Veneto di 270 milioni che in corso d’anno potrebbero aumentare, visto che il prossimo esecutivo dovrà varare una riforma primaverile, tra 13 e 15 miliardi di euro.

In sostanza si capisce da queste prime informazioni, che da quest’anno si apre una nuove era nella nostra Regione; si sta mettendo in pratica un piano di rientro delle spese regionali sanitarie senza precedenti: si aspetta che vengano sdoganate le schede regionali del piano socio sanitario regionale, che, associate al decreto del ministro Balduzzi, addirittura peggiorativo, dovranno tagliare i posti letto (si parla di 1260) e nello specifico di 11 reparti di Geriatria, 6 di Oncologia, ma dovranno anche aprire 26 strutture di lungodegenza e 17 di chirurgia d’urgenza. I Reparti, inoltre, per rimanere aperti, dovranno dimostrare un alta occupazione di posti letto ed un elevato numero interventi chirurgici praticati. E saranno anche previsti numerosi accorpamenti di Reparti. Bisogna arrivare quindi ad una rete di posti letto nella nostra regione, fra pubblici e accreditati, pari a tre posti letto ogni mille abitanti.

Noi pensiamo quindi a un considerevole aumento dei tickets ospedalieri e addizionale irpef (naturalmente dopo le elezioni politiche), una ulteriore contrazione sulle assunzioni del personale (con uno scadimento della qualità assistenziale, già peraltro in atto ora). Pensiamo a una conseguente “esplosione” delle strutture Private, Fondazioni (case di riposo, ospedali di comunità) dove verranno ricoverati i lungodegenti. In sostanza “fette” importanti della sanità diventeranno “a carico contributivo” dei cittadini. Tutto questo progetto traspariva già nel nuovo piano socio sanitario recentemente promosso dalla giunta regionale, ne quale appunto la tendenza è quella di trasferire, sempre più, l’assistenza dei pazienti non acuti, verso il territorio.

I recenti tagli sul acquisto di prestazioni e servizi, previsto negli ospedali regionali, ora stabilito al 10%, sta già determinando la prospettiva di migliaia di licenziamenti (alcuni già avvenuti) nelle cooperative appaltanti Manutencoop e Coopservice che svolgono le pulizie in quasi tutti gli ospedali regionali. A questo proposito, la riduzione di personale delle pulizie ha già determinato uno scadimento importante di alcune regole igieniche e di pulizia, di Unità Operative, uffici, ambulatori, sale operatorie.

Non si riesce infatti a tagliare sull’acquisto di beni a causa della non concorrenzialità e la paura di azioni legali ritorsive. E allora si “recupera”, sui servizi costringendo queste ditte appaltanti, con il meccanismo di gara d’appalto “in area vasta”, ad abbassare notevolmente le loro proposte di bando pubblico, anche del 20% rispetto ai precedenti contratti stipulati.

Altra notizia proprio di questi giorni, è che la regione ha stanziato 30 milioni di euro per mantenere le prestazioni “extra lea” per i prossimi tre mesi. Giusto la fine delle elezioni politiche.. e poi è prevista una riorganizzazione complessiva. Aspettiamo quindi la fine dell’evento elettivo, per vedere cosa succederà.

 

Tagli nelle Ipab

Altra novità importante di questi giorni riguarda le Ipab regionali: la Regione Veneto abbasserà dell’1%, le quote sanitarie da attribuire a queste case di riposo pubbliche. In sostanza diminuirà dell1% la quota economica che la regione attribuiva a sostegno dei singoli ospiti ivi ricoverati (al momento la regione garantisce circa 1500 euro mensili per ogni ospite). Quindi, questo “abbassamento” produrrà certamente un ulteriore aumento delle “rette di ricovero” per i famigliari e un ulteriore decremento del personale che svolge le funzioni di assistenza. E le piccole Ipab (sotto gli 80 posti letto), il Decreto Balduzzi dice che, dovrebbero essere destinate a chiudere o.. riconvertirsi in Fondazioni e conseguente privatizzazione.

 

Sanità Privata

Se il modello socio sanitario nel Veneto è ancora tale ed è considerato il "migliore" non solo in Italia un motivo c'è: la quasi assenza della sanità privata.

La Regione Veneto ha accreditato pochissime strutture ospedaliere private; per un totale del 2/3 % dei posti letto.

Stesso discorso per le IPAB a stragrandissima maggioranza tutt'ora pubbliche.

Frutto questo di un modello ereditato dal concetto dell'ospedale sotto ogni campanile che faceva il paio con un capannone sotto ogni campanile.

Diversa la situazione per quanto concerne i servizi ambulatoriali, prelievi, servizi sociali, servizi riabilitativi.

In questo campo sempre più i servizi pubblici lasciano il campo al privato.

Le vere privatizzazioni nel Veneto passano attraverso i Projet Financing.

 

Progetti di Finanza

E i Progetti di Finanza? Oramai la gran parte delle politica regionale ha dichiarato, anche pubblicamente, che la costruzione o la restaurazione degli ospedali del Veneto con questo meccanismo finanziario è troppo onerosa (costano praticamente il doppio di un mutuo diretto). Anche grazie a Usb, unico sindacato che ha cercato di far emergere le contraddizioni su quello che è stato, di fatto, il più grande investimento di denaro pubblico a favore di aziende private nel Veneto (promuovendo la manifestazione popolare dell’ospedale di Santorso).. a Padova il progetto del nuovo grande ospedale (che sarebbe costato un miliardo di euro), è ancora in fase di discussione..e forse proprio non si farà (al momento non ci sono le risorse).Anche il nuovo ospedale della bassa padovana (Este) già in fase di costruzione sta subendo dei forti rallentamenti (sembra che la maggior impresa appaltante si sia ritirata dal progetto). Per non parlare della difficoltà attuale della Regione a sostenere i canoni attuali degli ospedali in P.F.già attivi.

E in questo senso noi pensiamo che vada affrontata da subito, la rivisitazione dei contratti di questi ospedali nuovi che sono a Santorso, Mestre, Castelfranco-Montebellina, Verona, Treviso, perché rappresentano un vero “cappio al collo” per le spese regionali sanitarie e una pastoia indegna di denaro pubblico in mano ai privati che grazie al P. di F. si sono garantiti n forma praticamente gratuita tutti o quasi i servizi non sanitari.

 

Tagli nel sociale

Il taglio nel sociale per il Veneto sarebbe quantificato intorno ai 200 milioni di euro: già tagliati gli assegni di cura, che sostengono le famiglie e permettono la permanenza nel proprio domicilio di persone non autosufficienti; tagliate prestazioni socioriabilitative e di assistenza in regime semiresidenziale e residenziale a favore di minori e ancora, attività sanitarie a favore di persone con problemi psichiatrici. Tagliati i fondi per il trasporto di pazienti disabili. Questa è la situazione attuale, a fronte di una protesta che al momento rimane ancora piuttosto debole.

Tutto questo senza contare le ricadute occupazionali in questo settore e la nascita di una miriade di cooperative spurie, che nulla hanno di sociale, ma solamente fini meramente speculativi.

 

Oggi cittadini e lavoratori stanno comunque pagando direttamente o con i tickets, o con i tagli di stipendio l'attacco al cuore della sanità.

Questa breve scheda sul socio sanitario veneto dimostra come sia importante predisporre un programma di intervento unitario dipendenti-cittadini.

Obiettivi unificanti per noi sono:

Meno muri più servizi;

sanità pubblica e gratuita;

Ridurre il numero delle Ulss, superare il ruolo del DG come unica figura di comando;

Blocco dei Project Financing e rinegoziazione di quelli esistenti;

Reintroduzione della aliquota regionale di scopo sui redditi sopra i 35mila euro per finanzaiare il settore;

Unità dei dipendenti Ulss, Ipab e strutture private:

Reinternalizzazione dei servizi appaltati;

No al taglio dei posti letto negli ospedali e nelle IPAB;

Sblocco della contrattazione nazionale e delle assunzioni;

No al taglio degli stipendi dei dipendenti;

Riorganizzazione delle figure professionali, partita ora per quanto riguarda le figure infermieristiche, con il riconoscimento del ruolo sanitario agli OSS.