PROVINCE E CITTÀ METROPOLITANE: I SINDACI LE CONOSCONO?

Padova -

Abbiamo da poco assistito alla campagna elettorale per le elezioni amministrative, abbiamo letto programmi, assistito a dibattiti in TV e seguito i vari candidati attraverso i social network, fino all’elezione dei nuovi Sindaci e delle centinaia di consiglieri comunali nei diversi territori.

La nostra attenzione è stata in particolare focalizzata sui Sindaci delle città capoluogo, che grazie alla “legge Delrio” saranno anche sindaci delle Province e delle Città Metropolitane di riferimento.

In questi Enti, i nuovi sindaci dovranno nominare i “consiglieri delegati”, che dovranno amministrare le Province e le Città Metropolitane, in assenza di compensi come stabilito dalla legge, e convocare le elezioni per definire l’organizzazione di questi enti di area vasta.

L’esperienza degli ultimi anni ci racconta di Sindaci presenti, quando va bene, una volta alla settimana, e di consiglieri delegati che brillano per la loro assenza, di assemblee dei sindaci e di consigli e conferenze provinciali e metropolitani che spesso non raggiungono il numero legale.

Il dubbio che abbiamo è che la trascuratezza dimostrata sia dovuta anche alla mancanza dei compensi e di prebende varie.

Non abbiamo trovato una parola sui tagli governativi che hanno colpito queste realtà istituzionali, sui servizi fondamentali che erogano, sul rischio, ormai noto, di chiusura di strade e scuole per ragioni di sicurezza, sulla difficoltà di garantire presidi in materia ambientale, sulla gestione dei servizi delle politiche attive per il lavoro erogati dai Cpi, che soffrono la presenza di un consistente e ultra decennale precariato storico, sulla situazione delle aziende partecipate e degli appalti.

 

Non abbiamo trovato una parola sulle migliaia di lavoratori che in modo diretto o indiretto dovranno essere gestite, organizzate ed amministrate per erogare i servizi di Province e Città Metropolitane. Una carenza ed assenza di attenzione che a nostro avviso è sintomatica e pesa moltissimo politicamente.

Eppure, di argomenti da trattare e per i quali progettare interventi ed azioni ce ne sarebbero stati molti, partendo però da un assunto inconfutabile: la legge Delrio è stato un totale fallimento. Infatti è ormai opinione condivisa da gran parte della politica che, in seguito alla profonda trasformazione degli Enti che è derivata dalla Delrio, si rende necessaria e non rinviabile una normativa che definisca funzioni e risorse certe per questi enti riconosciuti e confermati dal recente referendum, come costituzionali.

 

Ad USB sono chiare alcune cose fondamentali:

 

  • i servizi erogati (manutenzione viabilità e strade, edilizia scolastica, vigilanza e tutela ambientale, funzioni di area vasta di coordinamento amministrativo con i comuni del territorio) sono indispensabili per la qualità della vita dei cittadini, soprattutto se residenti nei nostri entroterra e che popolano aree anche molto vaste e disagiate;


  • i lavoratori di queste amministrazioni (diretti e indiretti) dovranno riscoprire una nuova dimensione e dignità di funzione, in un’ottica di rilancio del ruolo e dei servizi da erogare alla cittadinanza. Per questo le professionalità acquisite in anni di esperienza, dovranno essere riconosciute e valorizzate, in un contesto organizzativo che possa garantire la giusta serenità occupazionale e retributiva.


  • è quindi urgente rimuovere il blocco delle assunzioni e pianificare un piano di assunzioni, a tutti i livelli, e garantire le giuste dotazioni ad uffici e servizi che soffrono criticità per carenza endemica di personale;


  • è necessario ed urgente sterilizzare tutti gli interventi normativi che determinano ed hanno determinato i tagli e prelievi forzosi ai bilanci di Province e Città Metropolitane, ponendo questi enti nella condizione di poter redigere i bilanci ed improntare una corretta gestione amministrativa e finanziaria.

Deve essere chiaro ai nuovi e vecchi amministratori di Province e Città Metropolitane che USB non abbasserà la guardia e l’attenzione verso queste importanti realtà istituzionali nei territori, convinti come siamo del loro ruolo strategico e dell’importanza che rivestono per garantire il livello dei servizi essenziali e dei diritti di cittadinanza.

Città Metropolitane e Province hanno un futuro e lo ricostruiremo insieme ai lavoratori, mattone dopo mattone e con la lotta, perché è inaccettabile accettare un ulteriore depauperamento e svendita di welfare e pubblici servizi, in un Paese nel quale il disagio sociale, come recentemente dimostrato dai dati ISTAT, è ormai dilagante.