Ottomila euro all’INPS sembrano pochi: sì al bonus a 3 consiglieri leghisti del Veneto, no ai cento lavoratori intermittenti della Fenice
I consiglieri regionali del Veneto percepiscono uno stipendio di ottomila euro netti al mese. Non sono pochi soldi! Eppure tre consiglieri della Lega hanno ben pensato di arrotondare richiedendo il sussidio di 600 euro per la partite IVA.
Uno dei tre, che è anche commercialista, ha dato la colpa ad un socio che avrebbe richiesto il bonus a suo nome, il secondo al suo commercialista e il terzo invece a sua moglie. Ma tutti e tre hanno spergiurato che il fatto è avvenuto a loro insaputa.
Solo in un caso il bonus è stato respinto dall'INPS, per gli altri due il bonus invece è stato concesso. Evidentemente l'INPS ha giudicato che 8.000 euro di stipendio siano una miseria e che il bonus era indispensabile per garantire una vita dignitosa ai due consiglieri regionali.
Peccato che la stessa INPS abbia deciso invece che il bonus non andava concesso ad un centinaio di lavoratori intermittenti presso il Gran Teatro La Fenice, motivando questo rifiuto con la percezione, nel mese di marzo, dell'assegno del Fondo d'integrazione salariale per cifre che andavano a seconda dei casi da qualche decina a qualche centinaio di euro, cioè da venti a duecento volte meno dello stipendio di un consigliere regionale!
Questi cento lavoratori intermittenti si trovano oggi in una situazione economica drammatica, dal momento che da aprile ad oggi non hanno percepito nessuna forma di contributo economico, né FIS, né bonus di €600.
Come USB, rinnovando la richiesta di un incontro presso l’INPS perché sia riconosciuta ai lavoratori una forma di integrazione al reddito come previsto dalla legge, non possiamo non stigmatizzare la disparità di trattamento riservata dall'INPS ai due diversi casi.
Venezia 11/08/2020
USB Lavoro Privato Veneto