INAIL VENETO: NEGLI ULTIMI 12 ANNI IL PERSONALE E' DIMINUITO DI 219 UNITA'

Padova -

A volte delle semplici cifre sono già sufficienti per delineare i caratteri di fondo di un fenomeno, di una situazione. E quelle relative alla forte variazione nella consistenza degli organici dell’INAIL Veneto sono, ad avviso di chi scrive, indicative del fatto che pure nel nostro Ente procede speditamente il progetto di radicale ridimensionamento o, forse è il caso di dire, di distruzione della Pubblica Amministrazione.

 

I numeri, appunto, parlano chiaro: nel 2002 i dipendenti INAIL della nostra Regione erano 786; oggi, dopo 12 anni, siamo rimasti in 567. Vale a dire che il personale è stato ridotto di 219 unità. Una diminuzione che, a fine 2014, sfiorerà la percentuale del 30%!

Possiamo di conseguenza affermare che il costante blocco delle assunzioni ha dato risultati eccellenti. E al danno si aggiunge la beffa dato che, all’epoca, tutte le sedi/strutture dell’INAIL Veneto erano considerate, in varia misura, in carenza di personale mentre oggi, che siamo molti di meno, risultiamo in … esubero.

Ciò conferma ancora una volta - se ce ne fosse bisogno - che la tesi dell’eccessivo numero di dipendenti pubblici in Italia, e dunque della sussistenza di esuberi nel pubblico impiego, è solo una menzogna.

 

Ricordiamo, se a qualcuno fosse sfuggito, che tutti i maggiori enti che si occupano di statistiche sociali ed economiche, come ad esempio l’OCSE, hanno certificato che il numero di dipendenti pubblici italiani, rispetto al totale della forza lavoro, è inferiore a quello di molti altri paesi industrializzati. (Per insistere con i numeri: la percentuale per l’Italia è del 13,7% mentre per gli U.S.A. è del 15%, in Gran Bretagna del 18%, in Francia del 20% e nei paesi scandinavi arriviamo alla bellezza di circa il 30%).

 

Di recente anche Oberdan Forlenza, Consigliere di Stato e Segretario generale della Giustizia Amministrativa, con una lettera apparsa sul Corriere della Sera del 10.10.2014 ha espresso un giudizio pesantissimo sulle politiche governative per il pubblico impiego.

L’alto magistrato evidenziando come a “parità di popolazione la Gran Bretagna ha oltre 5 milioni di dipendenti pubblici, l’Italia poco sopra i tre”, conclude: ”Stiamo distruggendo l’amministrazione pubblica” (…) e ne pagheranno le conseguenze i deboli, i privi di tutela, in una parola coloro che non hanno santi in paradiso. Perché l’amministrazione non è una dispensatrice di stipendi ai suoi inutili dipendenti ma un insieme di funzioni e servizi per i cittadini, e soprattutto per coloro che non possono permettersi di rivolgersi o di comprare i servizi altrove”.

 

Per tornare all’INAIL qualcuno osserverà che in questi anni nuove procedure informatiche hanno consentito di sopperire a questa emorragia di personale. E questo è vero, ma solo in parte, perché in quest’ambito ci sono fortissime criticità: alcune procedure non sono mai entrate a regime e altre sono soggette a continui malfunzionamenti. E anche qualora tutto funzionasse perfettamente (e così non è) va aggiunto che ogni nuova procedura semplifica alcune attività ma contemporaneamente aggiunge ulteriori incombenze lavorative. E poi crediamo che nel nostro Ente ormai sia stato raggiunto quel limite oltre al quale la sostituzione del personale con strumenti organizzativi/informatici non è più efficace o ha effetti del tutto marginali. Nuove assunzioni sono ormai indifferibili.

 

Ma i carichi di lavoro in INAIL sono aumentati anche per il semplice motivo che in questi ultimi anni gli indicatori/standard/obiettivi di produzione sono stati moltiplicati in maniera impressionante: tra quelli performance, di qualità, indicatori di target, senza target, ecc. sono ormai complessivamente un centinaio. E i dirigenti pretendono che tutti siano raggiunti (ma se si escludono quella ventina tra obiettivi di produttività collettiva e progetti speciali, il personale non riceve alcun compenso premiante per aver magari centrato gli altri ottanta obiettivi!).

 

Personale che non ha più alcun tipo di gratificazione, viste e considerate tutte le penalizzazioni economiche (blocco dei contratti, riduzione dei fondi di ente, riduzione del valore dei ticket mensa, tassa sui primi 10 giorni malattia, ecc.) e la eliminazione delle possibilità di progressione di carriera. (Il personale delle aree A e B ne sa qualcosa).

Personale che ogni anno è sottoposto a valutazione – peraltro con una procedura che non rispetta quei principi di partecipazione, trasparenza e motivazione dei provvedimenti validi per ogni cittadino – ma le cui opinioni non sono mai tenute in conto. Il riferimento è all’indagine sul benessere organizzativo svolta una sola volta nel 2011 e le cui risultanze, in termini di giudizi fortemente critici del personale, sono rimaste lettera morta. A quando una nuova valutazione di questo tipo?

 

Il Governo Renzi con il “Jobs Act” e altri provvedimenti sta continuando, come i governi precedenti, a cancellare i diritti dei lavoratori rendendo le condizioni di lavoro sempre più precarie e a indebolire l’Amministrazione pubblica (conferma del blocco delle assunzioni, taglio nei bilanci degli Enti e mancato rinnovo dei contratti pubblici) come abbiamo dimostrato prendendo ad esempio L’ INAIL.

 

Per questo motivo l’Unione Sindacale di Base, unica fra i sindacati nazionali, ha indetto per il 24 Ottobre uno sciopero generale al quale invitiamo anche te a partecipare.

 

SI’, SCIOPERARE COSTA UN PO’ MA, COME RISULTA DA QUANTO FIN QUI ESPOSTO, NON SCIOPERARE COSTA E COSTERA’ MOLTO, MA MOLTO DI PIÙ.