FINE DELLA CONCERTAZIONE...ERA ORA!

Adria -

Pomeriggio caldo ed afoso come solo un pomeriggio di Luglio in pianura può esserlo. Ascolto le notizie alla radio e, sbigottito, mi soffermo sulle ultime dichiarazioni di Monti sul ruolo che i sindacati dovrebbero avere in Italia e sul binomio stato-sindacato sulle decisioni "importanti" da prendere.

Non mi par vero di sentire il nostro primo ministro affermare che "le parti sociali devono essere consultate ma devono restare parti, e non soggetti ai quali il potere pubblico dà in outsourcing responsabilità di politica economica".

Ho subito pensato che il caldo gli avesse giocato un brutto scherzo perché uno come Monti sa benissimo che è proprio la concertazione che ha permesso allo stato di distruggere i diritti dei lavoratori. Monti sa benissimo che “.. la concertazione produce disaffezione da parte dei lavoratori che non si riconoscono in quel processo burocratico e tendono a distanziarsene e questo significa che più i sindacati accettano la concertazione più diventano deboli e meno capaci di mobilitare i lavoratori e di metter pressione sui governi”. E ancora .. “se i sindacati sono disorganizzati, se i membri sono ribelli, se le rivendicazioni estreme e gli scioperi selvaggi sono frequenti, l’applicazione di una politica nazionale dei salari diventa impossibile contribuendo all’indebolimento del governo. Dunque ben venga il sindacato corporazione, più facile da domare” (cfr. "The Crisis of Democracy"  discusso in assemblea plenaria dalla Commissione Trilaterale nel 1975 

www.trilateral.org/download/doc/crisis_of_democracy.pdf

 ).

In Italia questo è purtroppo già successo, CGIL, CISL e UIL in apparente e continuo contrasto tra loro, hanno permesso che questo accadesse. La loro concertazione ha permesso al governo di scaricare sui lavoratori le loro decisioni e di mantenere inalterato il proprio potere, il proprio status.

Ora Monti ha, involontariamente, fornito ai sindacati un assist incredibile che mi auguro recepiscano e facciano proprio sin da subito.

Visto che, come ha detto Monti, “siamo in guerra” l’unica arma rimastaci è il radicalismo dei diritti di chi lavora, senza siamo finiti.

Esorto i sindacati tutti a ritornare al loro ruolo, di far proprie le dichiarazioni di Monti e di iniziare una nuova e vera stagione di NON concertazione, combattendo per i diritti dei lavoratori che sono la vera linfa di questo paese malato e sulla via dell’estinzione.