Fallita la conciliazione nella vertenza "Laboratori" non è un buon inizio per Angonese
In data odierna, alla presenza del Viceprefetto Dr. Foglia e dell'amministrazione rappresentata dal Direttore Medico Ospedaliero (dr. Dalla Barba), dal Direttore del Personale e Relazioni Sindacali (dr.ssa Moretti) e dal Direttore delle Professioni Sanitarie (dr.ssa Padovan) si è esperito presso la Prefettura il tentativo di conciliazione in merito allo stato di agitazione dichiarato il 27 dicembre u.s. dalle OO.SS. USB e FSI, per il personale del comparto del Laboratorio Analisi, Microbiologia, Anatomia Patologica, Immunotrasfusionale.
Materia del contendere la riorganizzazione di questi servizi che comporta una riduzione importante di ore lavorate e di salario accessorio, nonostante un trend di attività in crescita e che finora ha garantito, con orario aggiuntivo, una serie di prestazioni per altre ulss, per strutture private o per privati cittadini, attività di screening endoscopico ed oncologico e, infine, l'apertura del sabato dei Laboratori per permettere, in primis ai lavoratori che durante la settimana lavorano, di effettuare i prelievi ematici.
Una serie di prestazioni aggiuntive che la nostra ulss ha tutto l'interesse di erogare direttamente, per questioni di bilancio, altrimenti se effettuate da altri, diventano un passivo di bilancio.
Adesso l’amministrazione pretende dal personale le stesse prestazioni in tre mosse: riducendo l'orario aggiuntivo e concentrandolo il sabato sacrificando un giorno di riposo; riducendo il valore economico unitario dell'ora aggiuntiva; riducendo il salario accessorio dei lavoratori.
Si tratta di una perdita complessiva di circa 8.000 ore all'anno (corrispondente all'orario di cinque dipendenti a tempo pieno) e un taglio degli incentivi di circa 180.000 € (1.000-1.500 € all'anno procapite). Troppo comodo quando si tratta di sacrificare lo stipendio degli altri!
Come dice il proverbio: qui si vuole la botte piena e la moglie ubriaca.
Ma a noi i conti non tornano: si fa un bel dire di premiare la produttività, l'impegno, la performance individuale e palle varie; qui si colpisce duro e si va indietro come i gamberi, più ti dai da fare e meno soldi prendi e se contesti è subito pronta una minaccia più o meno velata di rivoluzionare i turni, di toglierti anche il resto degli incentivi e poi tra qualche mese il tutto si riverserà nella pagellina individuale.
I conti non tornano perchè, oltre ai tagli effettuati e alle tasse che crescono continuamente e l'inflazione che erode gli stipendi di tutti, come dipendenti pubblici, abbiamo lo stipendio individuale bloccato, come pure il rinnovo dei contratti (si calcola una perdita di 6.000 € in cinque anni); se a tutto questo aggiungiamo anche quest'ultimo taglio si va al raddoppio della penalizzazione e stiamo arrivando all'osso.
L'amministrazione nella sua arroganza, ha condotto scorrettamente questa vicenda, inviando una informativa via e-mail il 17 dicembre in pieno periodo natalizio, per partire con la riorganizzazione dal 1° gennaio; un vero e proprio blitz, che non ha lasciato modo e tempo ai lavoratori e ai loro rappresentanti di discutere, condividere, individuare soluzioni meno penalizzanti.
Oltretutto ha adottato la delibera attuativa il 31 dicembre, anche se non lo poteva fare visto che era aperto lo stato di agitazione sindacale e le parti sono tenute a non intraprendere azioni unilaterali; lo stesso Viceprefetto ha confermato la scorrettezza di questo comportamento. Al di là delle frasi di circostanza del Direttore Generale uscente, ciò dimostra scarsa considerazione dei lavoratori.
Infatti non si è voluto prendere in considerazione l'apertura di un tavolo tecnico per approfondire le tematiche, non si è cercato di recuperare credibilità dai propri dipendenti; non si è voluto assumere un atteggiamento collaborativo che dovrebbe contraddistinguere le relazioni sindacali per prevenire i conflitti, vedremo se il nuovo Direttore sarà più sensibile a questo proposito.
I lavoratori, riuniti in assemblea, esprimono pesanti dubbi sulla tenuta della nuova organizzazione, sono preoccupati per le ricadute in termini di disservizi e allungamento delle liste d'attesa ed hanno manifestato lo sconcerto e I'incazzatura nei confronti di questa vicenda, decisi a intraprendere azioni a difesa del proprio salario, del proprio lavoro e della propria dignità di lavoratori e dipendenti pubblici.
Vicenza, 3 gennaio 2013.