DAI 99 LICENZIAMENTI DELL'ISTITUTO GERIATRICO S. TECLA DI ESTE, ALLA PROPOSTA DI ASSUNZIONI ATTRAVERSO UNA COOPERATIVA. RISPONDIAMO CON LA LOTTA.

Padova -

La Fondazione ecclesiastica S. Tecla di Este (PD) che gestisce l’omonimo Istituto Geriatrico, adducendo presunte "difficoltà economiche",  ha dato seguito alla dichiarazione di esubero di personale, licenziando 99 lavoratrici. La decisione è arrivata  sebbene la Regione Veneto abbia contribuito alle attività  dell’Istituto con un finanziamento  di 5 milioni di euro. Le lettere di licenziamento hanno fatto seguito al rifiuto delle lavoratrici di accettare il  contratto di solidarietà proposto da CGIL, CISL e UIL..
Da subito U.S.B. ha individuato le cause delle difficoltà gestionali   alle “stravaganze” finanziarie di cui la gestione amministrativa  della Fondazione  si è resa responsabile e non a cause da imputare alle dipendenti.
In questi mesi U.S.B.,  con le lavoratrici,   ha messo in campo iniziative di lotta  e di sensibilizzazione della cittadinanza: è stato indetto lo  stato di agitazione; il 25 dicembre u.s. una  delegazione di lavoratrici del S. Tecla  ha volantinato alla Messa in Duomo a Este; il 27 dicembre u.s.  una delegazione di lavoratrici e di U.S.B. è stata ricevuta dal Prefetto di Padova per un  tentativo di ricomporre la situazione, ma la Direzione del Santa Tecla non si è presentata .In questa occasione si è tenuto un  presidio davanti alla sede della Prefettura e una delegazione  di lavoratrici è stata ricevuta dalla presidenza della Curia Vescovile. In queste settimane si sono effettuate raccolte di firme a sostegno delle lavoratrici,  incontri e momenti di  confronto con la cittadinanza per tenere  alta l’attenzione sulla vicenda del S. Tecla.

E’ di  questi giorni  la proposta alle lavoratrici licenziate  di  sottoscrivere  l’adesione ad  una Cooperativa Sociale Come si possono  dichiarare  degli esuberi e proporre   assunzioni attraverso una  cooperativa ?

La logica  di chi persegue queste proposte  è quella della precarizzazione del lavoro, di diminuire i salari e di peggiorare le condizioni di lavoro e di conseguenza i servizi agli utenti. Tutto questo  togliendo diritti ai lavoratori  attraverso contratti flessibili e senza garanzie sindacali.

Per U.S.B. la soluzione  è quella  che l’Istituto S. Tecla  torni ad essere una struttura pubblica perché è  evidente che la gestione amministrativa e strutturale dell’Istituto ha  dato risposte alle  logiche del profitto, anziché corrispondere alla tutela e garanzia dei servizi sanitari per gli utenti.

Rispondere con azioni di lotta unitarie dei  lavoratori, dei parenti degli utenti e dei cittadini per continuare a garantire il servizio del  S.Tecla  quale patrimonio di Este e del territorio.

                                           MERCOLEDI' 8 GENNAIO

           presidio di protesta dalle 12 alle 15.30 nei pressi del Santa Tecla