Covid-19, nelle residenze per anziani gli eroi di serie B lavorano senza tutele / allegato
L'emergenza Covid-19 ha scoperchiato molte pentole già prossime al bollire, ad esempio nella sanità pubblica, prima depotenziata da decenni di tagli, oggi osannata ai tempi del coronavirus. Se i colleghi della Sanità si possono, per così dire, "consolare" con gli applausi e i ringraziamenti e con gli striscioni arcobaleno, altrettanto non si può dire per tutte quelle figure professionali, anch'essi infermieri e operatori sociosanitari che corrono gli stessi rischi e vivono gli stessi drammi ma in strutture differenti dagli ospedali.
Sono lavoratori che i governanti, non si comprende il perché, considerano professionisti di serie B, per questo pagati molto meno e con meno diritti. La grande maggioranza lavora in RSA (residenze sanitarie assistenziali) o Case di Riposo per anziani, quest'ultimi i soggetti più colpiti da questa pandemia. Da quando le porte di queste strutture sono state chiuse alle famiglie degli ospiti, i professionisti di serie B sono divenuti l'unico contatto con l'esterno per gli anziani, sono i loro sorrisi e cure a sopperire, per quanto possibile, all’accresciuta sensazione di solitudine e abbandono o al timore più per la salute dei loro cari che per la loro. Di certo, questi operatori sono stati "addestrati" a trarre gratificazione soltanto dal proprio lavoro e a non aspettarsi nulla dai superiori o dai politicanti di turno. La rassegnazione è il sentimento che limita più di altri l'azione sindacale ed è difficile, quasi impossibile, vederli in piazza a manifestare!
Anche la nomea di strutture per i "vecchi" con personale poco considerato, ha contribuito a un rallentamento delle misure di prevenzione, e già molte di queste realtà sono divenute dei veri e propri "lazzaretti", nei quali i lavoratori sono stati privati per settimane dei DPI, mentre la Protezione Civile privilegiava strutture più "sotto i riflettori" o "vicine" a qualche altro potere.
Ora la salute o la vita sono strettamente legate alla salvaguardia della salute di entrambi, anziano e operatore. Lavorare in sicurezza determina e determinerà il numero di guarigioni o di decessi, per questo noi di USB saremo vicini a questi operatori, infermieri e OSS sempre in prima linea, e non ci stancheremo di denunciare situazioni a rischio e a tutelare chi avrà il coraggio di alzare la testa per dire no alla logica dei generali che, dalle retrovie, mandano i propri soldati in guerra senza equipaggiamento.
Alleghiamo uno strumento che tutela questi nostri eroi, operatori e anziani, dalle situazioni a rischio.
p.USB P.I. Regione Veneto
Corrado Reniero referente IPAB