Chiusura casa circondariale della GIUDECCA VENEZIA EX SAT

Venezia -

La Segreteria territoriale della FP Cisl, della Rdb-cub , dell’ Unsa SAG Veneto, del Coordinamento Regionale penitenziario della CGIL Veneto, e dell’ USPP Triveneto, unitamente alla RSU degli Istituti penitenziari veneziani, nella consapevolezza di rappresantare anche i cittadini ed i contribuenti

 

con il presente comunicato stampa

 

intendono socializzare alla cittadinanza , agli Enti Locali, agli Uffici pubblici , alle Associazioni di volontariato , alle Cooperative Sociali e a tutti i volontari, operanti nell’ambito della realtà penitenziaria veneziana, la inverosimile notizia della chiusura della Casa Circondariale di Venezia Giudecca ex SAT, dove trovano collocazione anche una sezione a custodia attenuata per tossico-dipendenti e una sezione per detenuti semiliberi, annunciata dalla locale Direzione degli Istituti penitenziari di Venezia e dal Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria di Padova nella giornata del 25.1.2008 in occasione di un incontro sindacale, inaspettatamente e senza alcuna informazione preventiva, . L’Amministrazione Penitenziaria ha motivato inizialmente tale provvedimento con la mancata disponibilità nel corrente esercizio finanziario di risorse finanziarie per eseguire lavori di rimessa a norma delle cucine , dichiarate non idonee ai sensi del D.Leg.vo 626/94 dal Magistrato alle Acque già dal mese di Luglio 2007, anche se la mancata disponibilità di fondi, appare non eccessivamente elevata rispetto alle esigenze di bilancio del Dipartimento della Amministrazione penitenziaria, che gestisce a livello nazionale diversi milioni di euro.

L’amministrazione penitenziaria, ha altresì, motivato il provvedimento di chiusura a fronte dell’esiguità dei detenuti ristretti in tale Istituto e della scarsa valenza delle attività trattamentali che vi si svolgono. Scarsa valenza imputata anche dal mancato interesse delle Coop. Sociali.

Relativamente alla scarsa esiguità dei detenuti ristretti , corre l’obbligo evidenziare che l’istituto della “SAT” era nato per essere destinato a bacino di utenza della popolazione detenuta quantomeno del veneto, ma nel corso degli anni a seguito di una “ distratta ” gestione della struttura, la struttura è divenuta il bacino di utenza della sola Casa Circondariale di SMM.

Nel corso degli anni, la “distratta “ gestione della struttura penitenziaria ha determinato un crescente e continuativo stato di abbandono. Tale stato abbandonico risulta essere un ulteriore motivo che ha sostenuto L’Amministrazione Penitenziaria ad adottare il provvedimento di chiusura.

 

A fronte di tali dichiarazioni le scriventi OO.SS. sottolineano che:

 

a) L’Istituto a custodia attenuata Sat Giudecca nasce nel 1992 e prevede al suo interno un percorso di recupero individualizzato specifico per soggetti tossico e alcool-dipendenti con una partecipazione costante e proficua del Ser.T. di Venezia, al fine di garantire ciò che il dettato costituzionale ,ossia la funzione rieducativa della pena, sia effettivamente realizzata attraverso la costruzione di un progetto di reinclusione sociale dei soggetti più fragili;

Il trattamento in un circuito differenziato rispondeva maggiormente ad esigenze di prevenzione della recidiva e di attenzione alla sicurezza sociale.

b) pervenire alla chiusura dell’istituto della Sat Giudecca anche se temporanea, è da ritenere segnale del fallimento degli organi di gestione dell’Amministrazione Penitenziaria soprattutto in considerazione della particolare collaborazione ricevuta dagli enti locali e del privato sociale di Venezia a sostegno delle attività trattamentali;

c) La chiusura di tale istituto , è da ritenersi non solo una perdita per l’Amministrazione, in quanto si priva di un valido strumento per perseguire i propri obiettivi istituzionali , è da ritenersi anche una perdita per la città di Venezia, per la cittadinanza , per la sicurezza della comunità esterna, che si troverà senza lo strumento di un circuito penitenziario che possa offrire un adeguato e tanto decantato reinserimento sociale.

f) Il “trasferimento” dei detenuti in misura alternativa alla detenzione e precisamente in semilibertà negli Istituti di Padova o Treviso determinerà notevoli disagi per svolgimento dell’attività lavorativa degli stessi e di conseguenza sull’organizzazione delle Cooperative Sociali che offrono occupazione a tali persone, prevalentemente in Venezia Centro Storico ed Isole;

g) Si disperde e si vanifica una consolidata e positiva esperienza di partecipazione alle attività trattamentali a favore della popolazione dell’istituto, da parte del personale di polizia penitenziaria ivi operante, che ha dimostrato negli anni la messa in opera di sinergie più integrate e significative con le diverse professionalità che gravitano nell’area pedagogica di un istituto di pena.

h) Si determina una seria difficoltà del personale ivi operante costretto suo malgrado a prestare attività lavorative in diverse sedi di servizio .

 

Per concludere si prendono a prestito alcune considerazioni del Sindaco Massimo Cacciari, che recentemente intervenendo alla celebrazione della festa del Corpo di Polizia penitenziaria di Venezia, invitava i presenti a far sì che parole importanti, quali civiltà, democrazia e nel merito dell’argomento “ il trattamento penitenziario “ non rimangano “parole porose”, cioè prive di sostanza.