Actv, gli stipendi non si toccano
Prosegue la rigidità della dirigenza di Actv a Venezia, supportata dall’amministrazione comunale, riguardo la disdetta di tutti gli accordi integrativi. Perché se c’è la pandemia la colpa è di chi lavora e pertanto la ricaduta deve essere sui loro stipendi, non su quelli di dirigenti o amministratori politici. La crisi la paghino le famiglie dei lavoratori.
Noi stiamo dicendo e diremo sempre NO.
Nonostante la disponibilità al confronto per una soluzione pacifica nei tavoli appositi, al fine di uscire dall’emergenza pandemica, l’azienda rifiuta ogni tentativo e prosegue col suo progetto di ridimensionamento strutturale, perché gli introiti a Venezia dipendono dal turismo: bisogna cambiare struttura, lavorando di più per prendere meno.
La domanda sorge spontanea: cosa succederà quando i turisti torneranno? Ci restituiranno il maltolto? Crediamo proprio di no.
Quanto sta accadendo a Venezia potrebbe succedere in qualsiasi azienda di tpl italiana, quindi bisogna tenere gli occhi ben aperti.
L’azienda non convoca e provocatoriamente prosegue con gli atti unilaterali e con la trasmissione di disposizioni di servizio applicative dimostrando, ancora una volta, che l’obiettivo è la riduzione dei servizi agendo sul costo del personale, così a fine anno dirigenti e amministratori si spartiranno anche il premio di risultato
Il rischio di avere un livello di reddito e occupazionale ridotti è molto alto per chi lavora. Esistono i motivi per procedere anche per vie legali attraverso un articolo 28.
La nostra organizzazione sindacale sarà sempre accanto ai lavoratori, contro ogni ingiustizia.
Alberto Cancian
USB Lavoro Privato Venezia
Venezia 02/04/2021