14 NOVEMBRE: USB CONTRO LA SPENDING REVIEW
Il 14 novembre come USB abbiamo deciso di caratterizzare la giornata europea di mobilitazione contro l'austerity con un presidio di protesta sotto il palazzo delle Regione Veneto. All'odg del Consiglio regionale c'era infatti la discussione dell'applicazione della spending review: una revisione della spesa, in particolare per l'acquisto di servizi, imposta dal Governo che sta già producendo centinaia di esuberi e licenziamenti in Veneto.
Come organizzazione sindacale abbiamo deciso di manifestare la nostra indisponibilità ad accettare in silenzio il taglio e la privatizzazione strisciante dei servizi sanitari e socio-assistenziali.
Sebbene la spending review sia un prodotto del "Governo nazionale dell'austerity" dalla Regione non arriva nessuna garanzia per servizi sociali in gestione a cooperative e fondazioni, né per i servizi di pulizie, sterilizzazione, mensa, ecc., che negli anni sono stati esternalizzati dalle Ulss e dalle Ipab. Anzi, la regione Veneto ha anticipato nei mesi e anni scorsi i tagli e il processo di mercificazione della sanità.
Ora il problema è certamente occupazionale, ma non solo. Ad esempio, se si tagliano le pulizie nei reparti a pagarne le conseguenze saranno anche i malati...o cosa più probabile gli infermieri e gli operatori socio-sanitari che si dovranno fare carico anche di queste mansioni.
Mercoledì 14 abbiamo manifestato anche la contrarietà al Piano Sanitario Regionale e in particolare alla scelta di costruire nuovi ospedali al posto delle strutture esistenti e all'utilizzo del c.d. “project financing” come mezzo di finanziamento. In un periodo in cui le risorse sono scarse e il consumo di suolo ha raggiunto livelli inaccettabili ci domandiamo che senso abbia questa politica.
Con la finanza di progetto, il servizio sanitario pubblico deve remunerare l'investimento dei privati (che ovviamente non ha rischio d'impresa) dandogli la gestione diretta di servizi e probabilmente visto l’enorme cifra impegnata, anche laboratori di analisi e la diagnostica. Se ciò non bastasse, e non basterà, saranno alla fine i cittadini, attraverso la fiscalità (che è sempre meno progressiva) e l'aumento dei ticket, a doversi fare carico del debito contratto. A guadagnarci sono quindi quelle aziende e cordate che hanno la liquidità sufficiente a coprire l'investimento e che, se si guarda bene, troppo spesso hanno forti legami con la politica.
Forse anche per questo si stipulano contratti poco trasparenti e in cui i costi lievitano in maniera esorbitante (vedi Ospedale di Mestre, Schio)? Ma a guadagnarci è pure la rendita immobiliare che mette a valore le nuove destinazioni dei terreni dove sorgevano i vecchi ospedali e dove sorgeranno i nuovi”.
Mercoledì 14 novembre era presente anche una delegazione di lavoratori della sanità pubblica. Insieme alla nostra organizzazione, questi lavoratori hanno voluto non solo esprimere solidarietà ai lavoratori del “privato” che più saranno penalizzati in questa prima fase revisione di spesa, ma anche denunciare l'insostenibilità dei continui tagli al Fondo Sanitario Nazionale, la costante riduzione dei posti letto, le carenze di organico in particolare di personale infermieristico e di operatori socio sanitari, le lunghe liste di attesa, prodotte anche dall'attività di intramoenia, che di fatto favoriscono la privatizzazione della sanità. Nel primo pomeriggio una delegazione di USB ha avuto un'incontro con alcuni assessori e consiglieri comunali, ottenendo una convocazione formale da parte della quinta commissione (che si occupa di sicurezza sociale, sanità e assistenza) del consiglio regionale per giovedì 22 novembre.
Ovviamente la lotta nei territori e nei posti di lavoro va avanti: questo è il senso profondo dell'iniziativa posta in essere ieri mattina da parte di alcune lavoratrici della Coopservice del vicentino - impiegate nei servizi di pulizia degli ospedali di Bassano e Vicenza - che per denuciare i pesanti tagli dell'organico (77 licenciamenti) e delle ore di lavoro hanno deciso di srotolare uno striscione dalla Basilica di san Marco.
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