9.4 MILIONI DI LIQUIDAZIONE A MORETTI SIMBOLO DI UNA CLASSE DIRIGENTE E DI UN PAESE IMMORALE

Padova -

Perché parlare di Moretti ex Amministratore delegato  di Leonardo-Finmeccanica?

Perché Leonardo-Finmeccanica è una S.p.A. il cui maggior azionista è il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), il Ministero che   con le sue politiche impone tagli ai salari e sacrifici ai cittadini/lavoratori.

La liquidazione di  9.4 milioni di euro,  portata a casa da Mauro Moretti per tre anni di lavoro è una cifra enorme che rappresenta  lo stipendio di un anno di oltre 376 tecnici e operai di medio livello, equivale all’investimento di ricerca e sviluppo su un nuovo prodotto; una cifra  pari all’investimento per rendere più salubre uno stabilimento, che può essere utilizzata per il rinnovo di un buon contratto integrativo.

Una quantità di soldi, anche pubblici, dimenticandosi delle  necessità del paese:  ammodernamento e messa in sicurezza delle scuole e delle strade; investimenti in campo di prevenzione sul territorio; sostegno alle fasce deboli pensionati e portatori di handicap; interventi sulle politiche del lavoro; interventi sul servizio sanitario.

Una liquidazione  immorale che viene data ad un uomo che prima di essere dirigente di Leonardo-Finmeccanica era stato dirigente di Rete Ferroviaria Italiana (RFT) quando avvenne il deragliamento, sulla linea Viareggio, di un treno carico di propellente che la notte del 29 giugno 2009 arse vive 33 persone, ne ferì oltre 25 e rase al suolo diversi edifici . Moretti  indagato  è stato condannato, lo scorso gennaio, a 7 anni per disastro ferroviario e omicidio colposo plurimo aggravato. Su quella strage pesano come un macigno le reiterate denunce dei lavoratori  sulla mancata osservanza delle norme di sicurezza.
Dirigenti spregiudicati che il Governo premia, mentre nel pubblico impiego  si avviliscono, demotivano  e si sfruttano gli onesti lavoratori.

Avere  consapevolezza, prendere coscienza della situazione che stiamo vivendo significa tornare ad essere protagonisti della nostra vita,  rifiutare il ricatto del lavoro a qualsiasi condizione a qualsiasi salario.