BASTA CON LE LACRIME DI COCCODRILLO SOLIDARIETA' ATTIVA!!!

A LAMPEDUSA 90 MORTI E 250 DISPERSI

Dall’America Latina verso gli Stati Uniti, dall’Africa subsahariana verso il Nord e l’Europa, dall’Asia centrale alla Russia, dal sud-est asiatico verso l’Australia; le rotte che i migranti seguono cercando pace, lavoro e futuro sono numerose ed irte di pericoli. Ma la più letale è quella che attraversa il Mediterraneo. Più letale del sole del Sahara e delle correnti del Mare delle Andamane, il familiare mar Mediterraneo, il “mare nostrum", ha mietuto tra gennaio e settembre di quest’anno 3.072 vittime. E si tratta chiaramente di cifre riguardanti solamente gli incidenti conosciuti. Le dichiarazione di circostanza, privi di senso e di umanità, sono un vero atto di ipocrisia. Perché l’Unione Europea da una parte è riuscita, in tempi immediati ad imporre le politiche di austerity alle popolazioni con risultati devastanti in termini di disoccupazioni in Europa e dall’altra, lascia morire nel Mediterraneo le persone. La notizia della morte di 900 migranti in seguito al capovolgimento della barca, a circa 60 miglia delle coste libiche e a circa 120 miglia dall’Isola di Lampedusa sulla quale viaggiavano è un vero crimine. Le misure di impoverimento di massa determinate dalle politiche del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Mondiale insieme ai conflitti geo-politici dall’Africa al Medi oriente ci danno conferma di una guerra totale in corso.

Non è difficile spiegare la crescita parallela del numero di persone soccorse e del numero di persone decedute: l’aggravarsi della situazione internazionale ha fatto ovviamente lievitare il numero di persone che decidono di abbandonare il loro paese alla ricerca di una vita dignitosa. Afghanistan, Sud Sudan, Eritrea, Pakistan, Nigeria: questi sono solo alcuni dei paesi di provenienza di questi profughi, paesi tormentati da decenni di conflitti armati e violazioni sistematiche dei diritti umani, a cui si stanno aggiungendo in questo periodo palestinesi e soprattutto siriani.

Le leggi vergognose, la Turco Napolitano prima e la Bossi Fini dopo, fanno dell' Italia un paese che promulga leggi che consentano il mantenimento della condizione di sfruttamento degli immigrati, un paese cieco, sordo e muto difronte all’assenza di diritto e alla sofferenza. Leggi che hanno operato una compressione dei diritti degli individui attraverso l'introduzione delle quote per l'ingresso in Italia; attraverso la discrezionalità delle autorità competenti rispetto al diritto di asilo, i cui richiedenti vengono rinchiusi, in attesa dell’esito della loro istanza, in speciali centri di “trattenimento”, i Centri di Permanenza Temporanea, veri e propri istituti carcerari al di fuori dello stato di diritto, strumenti di minaccia e costrizione nei confronti dei lavoratori immigrati per limitarne indipendenza e possibilità di sottrarsi al ricatto padronale; attraverso il legame indissolubile che è stato posto tra il diritto al soggiorno in Italia e l’esistenza di un contratto di lavoro, con la conseguente maggior debolezza del lavoratore immigrato di fronte al datore di lavoro.

Per questo riteniamo che non si tratti dell'ennesima tragedia del mare, ma il risultato delle politiche che hanno sostenuto la paura per il diverso e l'odio per chi viene in questo Paese in cerca di una vita migliore, per mascherare una lucida scelta criminale di trarre vantaggio dalla condizione di ricattabillità e di subordinazione per questi lavoratori. Ed è per questo che tutti i lavoratori dovrebbero indignarsi e assumere su di se la lotta per l'affermazione del diritto a una vita che merita questo nome

Si usa l’emergenza umanitaria per accendere il fuoco del razzismo e del “divide et impera”. Una massa di persone devono essere tenute fuori dalla fortezza Europa per difendere la "civiltà" del continente. Ma dov’è questa famosa Europa e questa unità d’Italia quando si parla di disoccupazione, di sanità o di scuola pubblica?